sabato 10 luglio 2010

ERASMO, VIAGGIATORE E PACIFISTA


Erasmus, ecco una parola che mi fa venire l'acquolina in bocca... Alcuni di noi sono partiti, sono, (stanno per partire) o partiranno a fare lo studente / la studentessa Erasmus. Ma, a proposito, sappiamo tutti chi era Erasmo ?

Erasmo (la cui sua tria nomina è : Desiserius Erasmus Roterodamus), noto teologo e umanista, nacque nel 1467 di modesta origine (la madre fu la figlia di un medico ; il padre fece il prete). Il suo nome rimase famoso perché egli lo diede ad uno progetto di mobilità studentesca in Europa. Per quale motivo ? Per il semplice motivo che lui fu un vero globetrotter. Divenuto sacerdote a venticinque anni dopo avere ammucchiato un sapere enciclopedico, lasciò il convento, seguì il vescovo di Cambrai facendo il segretario, quindi si spostò a più riprese. Al fine Quattrocento, si fermò per quattro anni a Parigi ove imparò il greco antico alla Sorbonne e incontrò qualche umanista. Uscendo dall’università francese, rimarrà deluso una seconda volta della Scolastica (la prima volta era quando uscì dalla comunità dei Fratelli della Vita Comune, prima di diventare prete, quando già volle “laicizzare” la filosofia insegnata nel Medioevo). Nel 1499, portato da William Mountjoy, un giovane lord inglese, si recò in Inghilterra in cui vi vedrà tra l’altro Tommaso Moro (ideatore della città ideale di Utopia). Dagli inglesi, tra gli intellettuali che frequentò, fece conoscenza con Italiani che probabilmente l’aiuteranno nel 1506 nella sua decisione di partire per l’Italia. Nel 1500, scrisse Adagia e tre anni dopo Enchirion militis christiani (il Manuale del soldato cristiano), opere di riferimento per l’umanismo cristiano che riforma cattolica liberale, basata sulla carità. Nel contempo, iniziò a tradurre il Nuovo Testamento per cui fu mobilitato per dieci anni. In Italia, passò per le città di Torino e di Bologna, nella quale otterrà il dottorato di Teologia. Contestò dopo l’autorità papale (tuttavia meno di Lutero e Calvino) e critica alcune pratiche e dogmi di allora, pure non prediligendo un scisma. Poi, quando tornò in Inghilterra, egli redasse Elogio della follia, un sermone pieno di paradossi che tese a riconciliare Socrate, il Re Salomone ed il Cristo. In seguito preparò la pubblicazione della sua traduzione, facendo così scoppiare le ostilità dai teologi reazionari interamente opposti a tutti gli ellenisti che attinsero nei Vangeli direttamente. Sin da quel momento fino al 1529, si trovò in mezzo ai conflitti religiosi. I luteriani accusarono Lutero di “aver covato l’uovo” del riformismo che Erasmo aveva deposto. Si richiese una scelta da parte di Erasmo in quella disputa. Egli difese la riconciliazione. Dopo quell’episodio, cominciò la lite nelle loro opere tra i due grandi protagonisti. Al De libero arbitrio (1524) di Erasmo si oppone Del servo arbitrio (1525) di Lutero. Mentre le guerre di religione stavano preparandosi, Erasmo rifiutò, a Basilea, quelle classificazioni sistematiche e proclamò in un discorso che la Chiesa debba trovare l’unità che aveva perso. Di fronte alla crescita dell’estremismo, dovette sfuggire da Basilea per rifugiarsi a Friburgo. Tornerà comunque a Basilea, alcuni anni dopo, prima di morire nel 1536.

Paolo Brezzi, scrittore del Novecento scriverà : “Uno dei maggiori uomini di cultura del Rinascimento, Erasmo da Rotterdam, fu portato dalla sua stessa humanitas a condannare la guerra come «assurdità cattiva, anticristiana, belluina, selvaggia», a disprezzare gli «stolti nomi» di inglesi, francesi, tedeschi e delle altre nazionalità perché il nome di Cristo ci ricongiunge tutti: «il mondo intero è una patria comune» egli scrisse, ma quel mondo non era altro che l'Europa del tempo ed ambiente di Erasmo, ancor sostanziata di sentimento cristiano, ma soprattutto affratellata da uno spirito umanistico di tolleranza e di comprensione.”

Per farla breve, diciamo che Erasmo viaggiava molto ma sempre seguiva qualcuno. Dai Paesi Bassi, andrà a Parigi, in Inghilterra, in Italia.... Avrà sempre voluto conservare ogni idea che possa conciliarsi coi messaggi evangelici. Rimarrà famoso per secoli anche per aver predicato la pace, l’unità e la carità, insomma, per il suo umanismo.

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