domenica 11 luglio 2010

COSA NOSTRA, UN'ORGANIZZAZIONE IN DECLINO ?


Questa pagina tratta della situazione in Sicilia a partire dall’assassinio dei giudici Giovanni FALCONE e Paolo BORSELLINO, cioè dal 1992 fino ad oggi. Questi due magistrati hanno influenzato l’opinione pubblica per indurla a lottare contro la mafia siciliana.

Lo scopo è mostrare come è stata indebolita Cosa Nostra a partire dagli anni’90, periodo che costituisce una svolta decisiva in questa battaglia contro la mafia. In primo luogo, parlerò dei sistemi d’informazione, tecnologici e informatici usati dai carabinieri. In seguito, menzionerò gli arresti dei boss mafiosi, i cosiddetti “capi dei capi”. Ma sopratutto proverò a mettere in evidenza il cambiamento di mentalità.


Innanzitutto, occorre fare l’analisi dell’evoluzione storica di questa complessa situazione ; si parla, infatti, di un fenomeno sociale, radicato nelle usanze e nella quotidianità. Perciò, a volte, ci si deve riferire a eventi e date precedenti a questo periodo. “La Piovra”, come viene definita, esiste fin dall’Ottocento.

Quindi – ecco dove voglio arrivare - bisogna dire che la polizia, i carabinieri e le questure si sono abituati a questa “società onorata”. Il Pool Antimafia ha condotto indagini e i magistrati hanno potuto promulgare leggi. L’operazione Mani Pulite ha fatto la sua parte, in quanto ha combattuto la corruzione, che è presente in Cosa Nostra. Le autorità conoscono il funzionamento e i codici di quest’associazione mafiosa. Sanno che i mafiosi non sono abitudinari nel loro agire e sanno come comunicano. Si trasmettono “i pezzini” : questo mezzo usato da una decina di anni permette a un mafioso di scrivere un messaggio (riguardo alla mafia o no) su un foglio arrotolato, le cui estremità sono piegate. Su di esso verrà scritto un numero che corrisponderà al nome di un mafioso. Il tutto è incollato con lo scotch, il che rende impossibile vedere il messaggio prima che il destinatario lo riceva. La lentezza rappresenta l’inconveniente di questo mezzo di comunicazione poiché il messaggio va trasmesso nelle mani di molti “uomini d’onore”.

Le autorità hanno messo microfoni e telecamere e questi mezzi sono essenziali nella lotta contro la mafia. Dunque possono conoscere i loro appuntamenti e coglierli in flagrante. Per la sua indagine, a Palermo, il colonello MANNUCCI ha potuto osservare i mafiosi per due anni prima di reagire.


In secondo luogo, vorrei parlare degli arresti che hanno contribuito alla destabilizzazione del sistema, modificandone il tipo di funzionamento e le linee direttrici. Tra il 2005 e il 2008, circa 500 persone sono state arrestate. Ma l’arresto storico più spettacolare è stato quello del 16 dicembre 2008, in cui 1200 carabinieri sono stati impiegati per fermare 99 presunti mafiosi.





Tra i capi mafiosi, ricordiamo chi è stato arrestato : Totò RIINA (il 15 gennaio 1993) ; Bernardo PROVENZANO (l’11 aprile 2006) ; Salvatore LO PICCOLO (il 5 novembre 2007). Il funzionamento e l’organizzazione cambiano a seconda del Boss : con Totò RIINA, un corleonese, regnavano il terrore e l’estrema violenza. Egli dichiarò guerra alle altre cosche e allo Stato, uccidendo due giudici. Avrebbe assassinato circa quaranta persone e avrebbe organizzato gli omicidi di più di altre mille persone. Con Bernardo PROVENZANO, tutto sarà diverso, egli vive nel segreto più occulto e realizza profitti alla chetichella. Il patrimonio aumenta. L’organizzazione è ristrutturata. Alcune famiglie sono sgretolate. In seguito dichiarerà la fine degli attentati–spettacolo contro i magistrati e i poliziotti, e degli omicidi dei non mafiosi. La sua strategia è quella di far scordare a tutti la Sicilia affinché non sia più sulla prima pagina dei giornali, ma anche per demotivare le autorità. Dopo una latitanza di 40 anni, viene fermato. Per quanto riguarda Salvatore LO PICCOLO, è arrestato da 40 poliziotti insieme a suo figlio Sandro dopo una latitanza di 25 anni.


Infine, possiamo dire che da qualche anno i commercianti e gli imprenditori rifiutano di collaborare con la mafia. La popolazione protesta contro questo fenomeno antico della criminalità.

Molteplici esempi possono provarlo. Libero GRASSI e Vincenzo CONTICELLO si sono distinti dagli altri : non hanno accettato di pagare il pizzo e si sono opposti ai loro estorsori. L’imprenditore Libero GRASSI, il 10 gennaio 1991, scrisse una lettera al Giornale di Sicilia in cui avvertiva i mafiosi di evitare l’acquisto di bombe ed esplosivi poiché si trovava sotto la protezione della polizia. Si rifiutò di pagare i 50 milioni chiesti. Muore il 29 agosto 1991. Vincenzo CONTICELLO, un noto commerciante palermitano, il 25 novembre 2005, non ha voluto pagare i mafiosi, i quali chiedevano 50.000 € per gli anni in cui non aveva pagato il pizzo. Il proprietario de “L’Antica Focacceria San Francesco” è scortato di continuo da tre agenti e il suo ristorante è sorvegliato. Il 18 settembre 2007 è stato il primo a puntare il dito in direzione di un mafioso in un processo.


Altrove, in Campania, è famoso Roberto Saviano per aver scritto Gomorra e aver indagato, in questo caso, sulla Camorra.

Di oppositori, ce ne sono altri : perfino i giornalisti si sono impegnati. Prendiamo l’esempio di Pino MANIACI, il direttore dell’emittente televisiva Telejato con sede a Partinico, che gestisce con i figli la TV locale (si dice che sia l’emittente più piccola in Italia – tra Corleone e Partinico ed è vista da 150.000 persone). La sua personale lotta alla mafia consiste nella preparazione di un TG (il più lungo del mondo) che dura due ore nel quale sono denunciate le pratiche abusive della Famiglia Vitale tra i quali ritroviamo Vito, che dopo aver strangolato un ragazzo l’ha disciolto in un barile di acido. Anche se è stato condannato all’ergastolo, la famiglia domina sempre su Partinico. Il figlio Leonardo insieme a suo fratello ha il potere sulle terre.


Oltre a Cosa Nostra, la lotta alle mafie prosegue anche grazie alla musica. Pensa è una canzone del giovane Fabrizio MORO, uscita nel 2007. Poi altri movimenti sono stati creati per esprimere queste idee come Libera.


Si può dire con qualche certezza che Cosa Nostra indietreggia : persino quelli che si trovano in cima alla cupola mafiosa non vengono più da Corleone, città emblematica di Cosa Nostra, conosciuta grazie al film Il Padrino, e patria di numerosi boss mafiosi (RIINA e PROVENZANO). I mafiosi di Corleone sono conosciuti per essere i criminali più violenti negli scontri con le cosche (hanno ucciso più di mille persone tra il 1982 e il 1983).

È possibile che sia questa violenza che ha fatto reagire una parte dei siciliani, addirittura dei mafiosi stessi. Così, il pentirsi “andrà di moda” dopo l’attentato al giudice FALCONE a Capaci. Tommaso BUSCETTA ne è l’esempio. Ultimamente, in un affare di false banconote e di traffico di armi, il pentito Fabbio MANNO ha fatto rivelazioni rispetto al nascondiglio di tutto questo.

Bisogna considerare che ci sono stati un’evoluzione e un miglioramento dell’Antimafia. È stato un attacco alla forza militare mafiosa che ha colpito tre aspetti della mafia. Il segreto, adesso, non esiste più. Cioé adesso si sa che la criminalità organizzata esiste. Poi, l’impunità non esisterebbe più : per più di un secolo e mezzo, nessuno di loro ha avuto un processo, ma si è deciso di metter fine a tutte queste assoluzioni. Per finire, possiamo aggiungere che l’omertà si sta rompendo. Alcuni imprenditori spezzano la legge del silenzio.

Ma l’Antimafia ha delle preoccupazioni : pensa che gli imprenditori non siano abituati quindi aspetta per vedere il susseguirsi degli eventi ; a differenza di Cosa Nostra, l’Antimafia non ha subito il processo di globalizzazione (parliamo delle alleanze con le altre mafie oltre l’Italia – con la Cosa Nostra americana, la Triade cinese, quella russa...) quindi deve migliorare la sua cooperazione internazionale. Gli esperti temono anche che scoppi una nuova guerra contro lo Stato, une guerra che ridarebbe vigore a Cosa Nostra.

I molteplici arresti hanno non solo indebolito Cosa Nostra, ma hanno anche sviluppato un sentimento di fiducia nelle autorità. Tutto ciò è stato accompagnato da un attacco su tutti i fronti : persino quello dei terreni, il bene fondamentale della potenza mafiosa. Alcune cooperative sono state create contro la confisca delle terre.

In generale, si può dire che il Pool Antimafia, costituito da BORSELLINO e FALCONE in parte, ha dato la possibiltà di opporsi alla “Piovra”. Il suo lavoro immenso nella lotta alla mafia siciliana è stato esemplare e le speranze di trovare una terra senza violenze, estorsioni, corruzione, e senza traffici di droga... sono aumentate. Il famoso e straziante discorso di Paolo BORSELLINO, pronunciato il 23 giugno 1992, cioé un mese dopo l’uccisione del collega ed amico Giovanni FALCONE, ben descrive la mentalità ristretta che esisteva a quell’epoca nell’Italia mafiogena. Ma non si deve dimenticare che ha provato a fare reagire la popolazione, mettendo in evidenza che la reazione è un dovere. Come ? “continuando la lotta” e rifiutando tutto il sistema. Ciò significava che il loro lavoro stava anche smuovendo le coscienze. Anche il suo discorso è stato efficace poiché sono stati scossi non solo il mondo politico - giudiziario che ha compiuto l’Operazione “Mani Pulite”, ma anche la popolazione e sopratutto le giovani generazioni (come voleva BORSELLINO) che incomincia ad opporsi a Cosa Nostra costituendo associazioni antimafia e manifestando per le strade. In seguito ha permesso l’ascesa di un nuovo modo di pensare e così molte persone hanno potuto darsi alla resistenza alla criminalità ed essere rappresentate. Giuseppe LUMI incarna l’Antimafia ; è stato Presidente della Commissione parlamentare Antimafia dal 2000 al 2001. Cosa Nostra è colpita anche dall’interno : i pentiti fanno rivelazioni che rendono più fragile l’organizzazione.

Il giudice Paolo BORSELLINO desiderava che la lotta alla mafia divenisse “un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti”. Questo desiderio si sta realizzando.

Nonostante questo risveglio contro la mafia non bisogna tuttavia dimenticare che a Palermo, 8 negozi su 10 pagano il pizzo, valutato a 1 miliardo di € all’anno e in effetti in quel periodo una seconda mafia sorgeva nel sud della Sicilia : la Stidda che si vede più nell’infiltrazione nella politica e nell’economia. Questa nuova emergenza rivelerebbe una confessione di debolezza o una strategia di ripresa dal lato di Cosa Nostra ?

2 commenti:

  1. Grazie. Tuttavia, un po' di aiuto nella correzione mi ha permesso di prendere fiato. :)
    Mi piacerebbe tanto fare, non lo so... perché non fare un sujet de mémoire, sulla mafia nella letteratura ?...

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